giovedì 16 maggio 2013

ARTE DEL II DOPOGUERRA 1 - Lezione 1 e 2 (appunti)


ARTE DEL II DOPOGUERRA


INFORMALE ED ESPRESSIONISMO ASTRATTO



II Dopoguerra (fine anni 40 e anni 50 e 60): 
crisi morale, ideologica, politica e sociale
                                             
 PROFONDO DISAGIO ESISTENZIALE



 


NASCE L’ARTE DELL’INCOMUNICABILITA’
(esperienza artistica molto intellettuale, 
l’opposto della Pop Art)



Matrici: Dada, Espressionismo, Surrealismo

Filoni e protagonisti:

INFORMALE:
  • europeo: INFORMALE
  • americano: ESPRESSIONISMO ASTRATTO

INFORMALE:
  • gestuale/segnico
  • materico




AMERICA:
            ESPRESSIONISMO ASTRATTO:

  • ACTION PAINTING:
-          POLLOCK (artista bohémien, psicolabile e alcolizzato; vicino alla psicanalisi junghiana; sostenuto da Peggy Guggenheim;  matrici: surrelismo, arte popolare messicana, arte dei nativi americani e cubismo; dripping; il ruolo del caso ma ”ogni buon artista dipinge solo ciò che è”).
-          Kline (“non dipingo le cose che vedo ma le sensazioni che esse mi suscitano”)
-          De Kooning

  • COLOR FIELD
-          ROTHKO (russo emigrato negli Stati Uniti, muore suicida; uomo colto amante di musica e filosofia; il colore provoca emozioni; il grande formato aiuta la comunicazione tra stati d’animo e profondità di pensiero)

  • SCUOLA DEL PACIFICO
-          Tobey



EUROPA:
      INFORMALE

  • GESTUALE/SEGNICO
-          Wols (morto alcolizzato neanche quarantenne; il caso fa emergere le profondità della psiche; perseguitato dal Nazismo)
-          Mathieu
-          Vedova
-          Afro
-          FONTANA (Spazialismo: non si impone allo spettatore un tema figurativo ma  lo si mette nella condizione di crearselo da sé attraverso la sua fantasia e le emozioni che riceve; lo spazio non rappresentato ma determinato dall’opera;  intuisce precocemente le possibilità dell’uso delle nuove tecnologie; importanza del gesto)

  • MATERICO
-          FAUTRIER (iniziatore della pittura informale europea; influenza di Turner; partigiano antinazista;  serie “ostaggi”, 1943-45,: teste di prigionieri nelle mani dei nazisti realizzati con colore come pura materia)
-          DUBUFFET (conia la definizione di Art brut = manifestazioni espressive spontanee senza alcuna intenzionalità estetica; anni 60: Hourloupe che apre la strada al graffitismo))
-          Tapies (libertario e antifranchista; vasta cultura filosofica e musicale)
-          BURRI (si accosta alla pittura dopo la prigionia in un campo di concentramento nel Texas; di Città di Castello, risiede a Roma; materia come metafora e portatrice di vissuti, di umanità; anni 50: sacchi e legni combusti; anni 60: plastica nera rossa e trasparente -cellophane- combusta; anni 70: cretti –caolino, bianco di zinco e vinavil su cellotex-)

GIAPPONE:
-          Gruppo Gutaj (=volontà di concretizzare la spiritualità della materia”)


Caratteri:

-          NO MIMESIS

-          NEGAZIONE DELLA FORMA (sia figurativa che astratta)

-          PROTAGONISMO DELLA MATERIA (materiali e tecniche non intesi come mezzi)

-          PROTAGONISMO DEL GESTO E DELL’ATTO CREATIVO (l’opera non è nel risultato ma nel suo farsi)

-          ARTE DELLA SCELTA, COME “CREAZIONE DI OPPORTUNITA’ (ruolo del caso, della spontaneità e della fantasia)

-          PROCESSO DI IMPROVVISAZIONE PSICHICA

-          ARTE ESPRESSIVA E SOGGETTIVA

-          in America soprattutto: GRANDE FORMATO

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POP ART


Anello di congiunzione con l’opposto informale: New Dada (Rauschemberg – combine-paintings; transfert - e Jhons –cartine geografiche, bandiere, bersagli, numeri -) e Nouveau Réalisme (Arman, César, Klein, Tinguely) degli anni 50 e 60: riscoperta dell’oggetto quotidiano (poetiche dell’objet trouvé); da un’arte d’élite, intellettuale, ad un’arte popolare

Anni 60 in America dopo una breve stagione inglese (Richard Hamilton)


  • definizione: POP Art = ARTE POPOLARE, di massa, prodotto di consumo che è attenta agli oggetti, ai miti, ai linguaggi della società dei consumi.

Non c’è ribellione ma simbiosi con il nuovo modello di società anche se non mancano, in taluni casi, ironia e demistificazione.
Le immagini sono vuote di significato (Lichtenstein: “non sono sicuro del tipo di messaggio sociale contenuto nella mia arte, ammesso che ve ne sia uno. A dire il vero io non intendo trasmetterne alcuno. Non mi interessa una tematica che insegni qualcosa alla gente, o che cerchi, in qualche modo, di migliorare la nostra società”; Andy Wharol: “comprare è più americano di pensare, e io sono americano come qualsiasi altro”).

  • soggetti: l’universo del quotidiano artificiale

Claes Oldemburg: Toilette molle (ironia); Gelati da passeggio in morbido pelo (oggetti di consumo enfatizzati per dimensione, colore, confezione); Screwarch e Shuttlecocks

Roy Lichtenstein: i fumetti come Whaam! o M-Maybe (enfatizzazione del fumetto, linguaggio popolare) o Il tempio di Apollo IV (parte da una immagine convenzionale, una cartolina, una foto da depliant, turismo come prodotto di consumo)

Andy Warhol:
-          prodotti di massa: Green Coca Cola Bottles, Minestra in scatola Campbell’s
-          miti di massa (cinematografici, politici, musicali): Marilyn
-          immagini di massa: sedia elettrica (foto di giornale, nessuna carica emotiva: “incredibile quanta gente appende nella propria camera da letto un quadro raffigurante la sedia elettrica, soprattutto quando i colori del dipinto sono uguali a quelli delle tende”)

  • tecniche e linguaggi: tecniche che imitano la produzione industriale, la serialià; tecniche spersonalizzanti; materiali artificiali della modernità)

Andy Wharol:
-          Factory (=fabbrica dove impiega aiuti-operai a cui fa eseguire le proprie opere)
-          Serigrafia
-          moltiplicazione del soggetto (Green Coca Cola bottles)

Roy Lichtestein:
-          proiezione del soggetto sulla tela in modo da ingrandirlo; ricalco con colori ad olio e magna; collaborazione di aiuti per le parti più ripetitive e noiose

Claes Oldemburg: materiali industriali

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