Le Corbusier,
pseudonimo di Charles-Edouard
Jeanneret-Gris (1887–1965),
è stato un architetto, urbanista, pittore e designer svizzero naturalizzato francese.
Assieme a Ludwig Mies van
der Rohe, Walter Gropius e
pochi altri è considerato uno dei massimi maestri del Movimento Moderno.
Cenni alla biografia (pg 1429)
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Frequenta una scuola d'arte
decorativa
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Il suo maestro, Charles L'Eplattenier,
tuttavia, lo spinge ad orientarsi verso l'architettura e in questo senso
rimangono fondamentali i suoi lunghi viaggi compiuti tra il 1906
e il 1914 in varie città d'Europa:
in primo luogo in Italia (tra la Toscana e il Veneto) dove studia dal vivo le architetture medievali,
rinascimentali e seicentesche; poi sarà a Budapest e a Vienna, dove entra in contatto con l'ambiente della Secessione viennese.
A Berlino conosce Gropius e Mies van der Rohe,
e frequentò lo studio di Behrens. (schizzi
pg1429)
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Nel 1917
decide di stabilirsi definitivamente a Parigi, dove già aveva vissuto in periodi alterni dal 1908.
Qui lavora prima nello studio di Auguste Perret, pioniere del cemento armato e
nel 1922 apre
un atelier di architettura insieme al cugino Pierre Jeanneret. È
all'inizio del suo periodo parigino che acquisisce lo pseudonimo che lo renderà
universalmente noto.
Pittore
Nel 1918: con A.Ozenfant, a Parigi, dà vita al Purismo, un movimento pittorico che, partendo dalle posizioni dei Cubisti, produce forme “pure”, semplici e geometrizzanti. (pg 1429)
Teorico
Le Corbusier è certamente uno dei maggiori teorici dell'architettura del XX secolo e lascia un enorme corpus di scritti in cui articola un complesso insieme di idee. Egli pubblicò più di 50 tra libri e opuscoli dedicati alle sue idee relative all'architettura, l'urbanistica, il design e l'arte. Tra tutti si cita Vers une architecture del 1923 che rappresentò una sorta di Bibbia per gli architetti del Movimento Moderno.
Tra i fondatori del CIAM (Congresso Internazionale di Architettura Moderna).
Un'architettura a misura d'uomo
Il principale e immortale contributo
di Le Corbusier all'architettura moderna consiste nell'aver concepito la
costruzione di abitazioni ed edifici come
fatti per l'uomo e costruiti a misura d'uomo: "solo l'utente ha la
parola", afferma in Le Modulor, l'opera in cui espone la
sua grande teorizzazione (sviluppata durante la II guerra mondiale), il modulor appunto.
Il modulor è una scala
di grandezze, basata sulla regola aurea nota già agli antichi Greci riguardo le
proporzioni del corpo umano: queste misure devono essere usate da tutti gli
architetti per costruire non solo spazi ma anche ripiani, appoggi, accessi che
siano perfettamente in accordo con le misure standard del corpo umano. (pg 1432-1433)
Costruzioni
standardizzate
La produzione standardizzata, basata
su un modulo replicabile all'infinito, è un concetto che domina tutta la
produzione di Le Corbusier.
Nel 1925 egli, insieme al cugino, in
meno di un anno edifica il quartiere Pessac di Bordeaux. Gli edifici di Pessac vengono
costruiti a tempo di record poiché la loro pianta si basa su un modulo
replicabile: le abitazioni sono costruite allo stesso modo di un'auto in una
catena di montaggio.
Stessa cosa con le case "Citrohan", ideate fin dal 1920 ma
realizzate compiutamente a Stoccarda nel 1927:
s'intuisce l'assonanza con la
'Citroen', le case non sono altro che nuove realizzazioni a
catena di montaggio. «Occorre creare lo spirito della produzione in serie,
lo spirito di costruire case in serie, lo spirito di concepire case in serie»,
è l'idea di Le Corbusier, già presente nel 1910 con lo studio delle case
"Domino", basate su una
struttura portante su cui può venir costruito qualsiasi edificio. (pg 1432-1433)
I cinque punti della nuova architettura
- I Pilotis (piloni) sostituiscono i voluminosi setti in muratura che penetravano fin dentro il terreno, per fungere infine da fondazioni. L'area ora disponibile viene utilizzata come giardino, garage o - se in città - per far passare strade. L’uso dei pilotis permette di svincolare i muri perimetrali dalla funzione portante, pertanto possono essere sostituiti da ampie superfici vetrate.
- Il Tetto-giardino (tetto a terrazza) restituisce all'uomo il verde, che non è solo sotto l'edificio ma anche e soprattutto sopra. Tra i giunti delle lastre di copertura viene messo il terreno e seminati erba e piante, che hanno una funzione coibente nei confronti dei piani inferiori e rendono lussureggiante e vivibile il tetto, dove si può realizzare anche una piscina. Il tetto giardino è un concetto realizzabile anche grazie all'uso del calcestruzzo armato.
- Il Plan libre (pianta libera) è resa possibile dalla creazione di uno scheletro portante in cemento armato che elimina la funzione delle murature portanti che 'schiavizzavano' la pianta dell'edificio, permettendo all'architetto di costruire l'abitazione in tutta libertà e disponendo le pareti a piacimento.
- La Facciata libera è una derivazione anch'essa dello scheletro portante in calcestruzzo armato. Consiste nella libertà di creare facciate non più costituite di murature aventi funzioni strutturali, ma semplicemente da una serie di elementi orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere tamponati a piacimento, sia con pareti isolanti che con infissi trasparenti.
- La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro) è un'altra grande innovazione permessa dal calcestruzzo armato. La facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo una straordinaria illuminazione degli interni ed un contatto più diretto con l'esterno.
Questi canoni esposti da Le Corbusier
verranno applicati in una delle sue più celebri realizzazioni, la
Villa Savoye a Poissy, nei dintorni di
Parigi. (pg 1430-1432)
Unité d’Habitation (tra architettura ed urbanistica)
Tra il 1945 e il 1952 Le Corbusier edifica la prima delle sue "Unités d'Habitation", unità di abitazione, a Marsiglia. Più che semplici abitazioni, si tratta di veri e propri edifici-città. Su diciassette piani costruisce più di trecento appartamenti a 'tagli' diversi (singoli, coppie, famiglie da 3, 4, 5, 6 persone), al posto dei corridoi tra gli appartamenti ben sette 'strade interne' dove sono presenti negozi di ogni tipo, e il tetto (come già teorizzato in Verso un'architettura) diviene un'immensa piazza-terrazza dove viene restituito il verde tolto dal cemento e una grande piscina. È una città-edificio per il proletariato, dove i bambini possono giocare nel parco sul tetto quando il padre è a lavoro e le madri fanno la spesa nelle strade interne. (pg 1432-1433)
Le utopie urbanistiche
Le ardite teorie architettoniche di
Le Corbusier giungono a una loro razionale compiutezza nei suoi avveniristici
progetti urbanistici.
Nel suo progetto sulla Città per Tre Milioni
d'Abitanti, Le Corbusier illustrava
i punti principali della sua città modello. Essa si basa essenzialmente su
una attenta separazione degli spazi:
gli alti grattacieli residenziali sono divisi gli uni dagli altri da ampie
strade e lussureggianti giardini. Le Corbusier destina alle grandi
arterie viarie il traffico automobilistico privandolo della presenza dei
pedoni, garantendo così alte velocità sulle strade. Ai pedoni è restituita la
città attraverso percorsi e sentieri tra i giardini e i grandi palazzi.
Nel 1933
queste sue idee vengono meglio sviluppate nel capolavoro teorico del progetto
della Ville Radieuse, «La città di domani, dove sarà ristabilito il
rapporto uomo-natura!». Qui si fa più marcata
la separazione degli spazi: a nord gli edifici governativi, università,
aeroporto e stazione ferroviaria centrale; a sud la zona industriale; al
centro, tra i due lati, la zona residenziale. Il centro viene
decongestionato dall'odiata giungla d'asfalto e solo il 12% di superficie
risulta coperta dagli edifici residenziali, che si sviluppano in altezza
destinando al verde tutte le altre zone. La ferrovia circonda ad
anello la città, restando in periferia, mentre le arterie viarie hanno
uscite direttamente alla base dei grattacieli residenziali dove sono situati i
parcheggi; le autostrade sono rialzate rispetto al livello di base dai
pilotis; i trasporti urbani si sviluppano in reti metropolitane sotto la
superficie.
Il grande sogno di poter realizzare
la città ideale delle utopie rinascimentali e illuministe si concretizza nel 1951.
Il primo ministro indiano, Nehru, chiamò Le Corbusier e suo cugino Pierre
per destinare al "più grande architetto del mondo" l'edificazione
della capitale del Punjab. Iniziano i lavori per Chandigarh (la "città
d'argento"), probabilmente il punto d'arrivo dell'ardito e pionieristico
sviluppo di Le Corbusier. (pg 1434)
Architettura
monumentale
Cappella di Notre-Dame di Haut a
Ronchamp, 1950-55
-costruita in calcestruzzo armato
- unica navata irregolare con
cappelle (sempre fedele alla corrispondenza tra forma e funzione)
- copertura a vela che poggia su
pilastrini lasciando una lama di luce
- finestre strombate, numerose e
irregolari
- immersa nel verde (pg 1434-1435)